Lorenzo Banfi: «Domà Nunch pronto a presentarsi alle Elezioni Regionali»

COMUNICATO STAMPA DEL 22 NOVEMBRE 2011

Alla luce dei sempre più preoccupanti scenari che il sistema economico-politico mondiale sta imponendo sulle nostre vite, nei giorni scorsi la dirigenza di Domà Nunch si è riunita in assemblea. Il movimento ha deciso finalmente di espandere il proprio impegno a livello istituzionale, annunciando la possibilità di candidatura di una propria lista alle prossime Elezioni Regionali in Lombardia, auspicando una presenza anche alle votazioni in Piemonte e, in seguito, anche in Canton Ticino.

«D’ora in poi le nostre prese di posizione diventeranno soluzioni, praticabili e immediate» spiega Matteo Colaone, Segretario Nazionale. «Di sicuro si tratta di una scelta che imporrà di tirare una linea. Da una parte starà chi si vuole impegnare per risolvere al più presto i problemi del nostro territorio; dall’altra parte quelli che invece continueranno ad appoggiare chi questi problemi li genera».

E’ particolarmente evidente la novità di questa decisione: «La nostra azione si esprimerà nella costruzione di un più ampio movimento econazionale rappresentato da una lista elettorale. Questa si presenterà solo ai livelli locali degli Stati, mentre escludiamo per principio qualsiasi possibilità di sedere ai tavoli di Roma e Berna. In questo senso Domà Nunch sarebbe il primo movimento insubrista a presentarsi al voto, ma avrebbe anche l’unicità di presentarsi in due differenti Stati con lo stesso simbolo».

In attesa della presentazione del nuovo manifesto programmatico, Lorenzo Banfi, Magister e Presidente del movimento, ha divulgato un’intervista che inquadra la forte preoccupazione per il futuro dell’Insubria se essa dovesse continuare a restare dipendente da imposizioni esterne, vengano esse da Roma o da Brussel.

EDB: Rev.Banfi, Domà Nunch ha annunciato la possibilità di presentarsi alle Elezioni Regionali. Perché è convinto di questa decisione e cosa è cambiato negli ultimi mesi?

La vita di noi abitanti dell’Insubria potrebbe raggiungere livelli di oppressione economica e sociale devastanti, se solo pensiamo che già oggi sono inaccetabili. Ciò significherebbe la totale depredazione dei risparmi delle persone e delle risorse ambientali del nostro territorio. E ciò avverrà in maniera forzosa, solo per permettere di prolungare l’agonia della mostruosa macchina delle istituzioni pubbliche, che è un buco senza fondo che brucia milioni di euro al giorno. Quindi Domà Nunch esiste anche per affermare che noi Insubri non porteremo più nessun sacrificio su questo altare dell’ateismo e della massoneria finanziaria mondiale.

EDB: Quindi il problema è l’incapacità dei politici?

Certo, ma fosse solo questo sarebbe un problema risolvibile, sebbene con sforzi. Il fatto è piuttosto che gli Stati stanno davvero perdendo di significato. Purtroppo la loro sovranità non è stata devoluta alle comunità, come sarebbe auspicabile, ma è stata assorbita dalla Banca Centrale Europea, che non rappresenta nemmeno i cittadini dell’Unione. In altre parole il Mercato è divenuto una specie di divinità, con i suoi sacerdoti e i suoi interpreti, quelli che affermano che il loro Dio “vuole che sia così”: che al mercato piace questo o quest’altro, che il mercato non è soddisfatto e vuole più sacrifici.

EDB: In questo scenario, che ruolo ha l’Italia come è fatta oggi?

Berlusconi è stato solo l’ultimo che ci ha consegnato questo disastro. Con i suoi giochetti ridicoli, il suo rimandare le decisioni, e il sottostare ai diktat di Brussel, ha soltanto imbonito gli italiani. Intanto però chi doveva approfittarne l’ha fatto. Oggi siamo sottoposti a un governo fantoccio che è diretta rappresentanza delle Banche e delle conferenze Bilderbeg di turno. Praticamente è stato un golpe e si è anche festeggiato. Senza neanche bisogno dei carri armati, e con la regia del tanto amato presidente della “Repubblica”.

EDB: Una Repubblica che ormai non esite più…

Infatti, è proprio questo uno dei temi centrali dell’intera vicenda. Ci presenteremo alle Elezioni unicamente per parlare con più forza al nostro popolo, perché vogliamo rendere evidente come lo Stato italiano non si stia più curando della Res Publica, della “cosa comune”. Questa attenzione, però, la possono ancora dare le nostre Comunità locali. Il bene comune è un valore imprescindibile, e viene dalla Nazione. Oggi sento che esiste solo uno Stato (che etimologicamente rappresenta l’immobilità!), e addirittura di invenzioni come Sistema-Paese… l’Italia sta andando in rovina perché è diventata questo: un ente assistenziale, violento, inefficiente, costosissimo. E per di più oggi è anche “commissariato”. Non è mai stato e, oggi ne abbiamo conferma, una Res Publica. Non è la “cosa di tutti, della comunità”, ma sicuramente una “cosa loro”.

EDB: Dunque quali speranze ha l’Insubria se rimane ancorata a questa Italia?
Molto poche, credo. La maggioranza dei paesi occidentali non ha più molte chances, proprio perchè perché non possiedono quei requisiti di tutela del bene comune. In aggiunta a ciò, la riduzione di sovranità che sta subendo lo Stato italiano porterà a un affondamento di ogni sua parte. Le Comunità devono cogliere questa occasione: la vera rivoluzione sarà il totale autogoverno, e sarà un processo virtuoso e irreversibile.

EDB: Qual è il messaggio che oggi si sente di dare a chi abita in Insubria?

Che da oggi tutto cambia e tutto può cambiare. Serriamo le nostre file e prepariamoci a lottare. Per la prima volta nella Storia stiamo costruendo un movimento politico insubrista, unitario e nazionale. Non perdiamo tempo: questa è l’ultima battaglia per la nostra identità!